Il tema della sicurezza sul lavoro è uno degli argomenti da sempre più spinosi per chi si occupa di prevenzione e protezione in azienda, ossia l’RSSP.

Non a caso il ruolo del responsabile, e a cascata anche degli addetti al servizio (ASPP) risulta essere non solo centrale ma anche estremamente delicato dal punto di vista penale in caso di infortuni o morti sul lavoro. In sede di giudizio, infatti, uno dei primi documenti ad essere esaminato è il DVR, che nel caso risulti essere mancante o inadeguato, condanna a pena certa tanto il datore di lavoro (DL) quanto l’RSPP.

Questo perché il D.Lgs 81/2008 all’art. 3 comma 1 indica chiaramente i compiti del Responsabile, quali ad esempio:

• individuare fattori di rischio, valutare i rischi e individuare le misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro;
• elaborare per quanto di competenza le misure preventive e protettive;
• elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali;
• a proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori;
• a partecipare alle consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro;
• a informare i lavoratori.

Come ben sai, e come si evince dall’elenco qui sopra, le attività sono di tipo tecnico, gestionale organizzativo e relazionale. Ma per cercare di dare un’impostazione più chiara alle attività del SPP è stata recentemente pubblicata (1° luglio 2020) la prassi di riferimento per il servizio di prevenzione e protezione “Attività tipiche del servizio di prevenzione e protezione così come previsto dall’art. 33 del D.lgs 81/2008”1detta anche UNI/PdR 87:2020.

L’obiettivo di questa prassi è individuare le “attività tipiche che vengono svolte dal servizio di prevenzione e protezione e che sono valide per tutte le aziende salvo specificità aziendali in termini tipologici, dimensionali, produttivi e di rischi specifici2.

In altre parole, il testo guida gli attori coinvolti (DL e RSPP in primis) nell’individuazione delle attività essenziali e aiuta loro a pianificarle organizzarle, programmarle e gestirle nel contesto organizzativo aziendale. La portata innovativa del testo risiede soprattutto nell’aspetto gestionale. Ma andiamo per gradi.

Il documento può essere suddiviso in due macro-parti, la prima delle quali è relativa alle aree di intervento, le attività principali e i compiti relativi al SPP. Nella fattispecie vengono individuati 6 processi suddivisi in 9 aree di intervento del SPP, le attività del Servizio e i relativi compiti. Inoltre introducendo l’approccio per processi richiede testualmente “di gestirlo tramite la logica del Ciclo di Deming” (Plan-Do-Check-Act).

Ma come, anticipato prima, la vera novità sta nel fatto che si chieda di indicare la stima dell’impegno previsto per svolgere le attività programmate in base alla dimensione dell’azienda e al livello di rischio aziendale. Questa stima è basata sull’impegno previsto in termini di giorno per uomo in un anno.

Se la dimensione aziendale tiene conto delle classiche tipologie di azienda (micro, piccola, media, medio-grande; grande), l’impegno minimo annuale è invece suddiviso in quattro livelli:

Impegno minimo annuale secondo la prassi UNI/PdR 87:2020
Fonte UNI STORE

Pertanto tenendo conto di queste variabili è stata realizzata la matrice qui di seguito:

Fonte UNI STORE

A prescindere dal tempo ipotizzato dal gruppo di lavoro, la prassi, di fatto, conferisce al RSPP un’ulteriore responsabilità, consistente nell’organizzazione del tempo suo e di quello dei suoi collaboratori per lo svolgimento delle attività quotidiane, spingendolo a considerare quali attività hanno un reale valore aggiunto e quali invece no.


In questo senso è doveroso per l’RSPP pensare che attività come la trascrizione di dati dal cartaceo a file dispersi sul pc non rientri nella prima categoria e pertanto dotarsi di un sistema software come QualiWare diviene non solo utile ma fondamentale per avere le informazioni sempre a disposizione e soprattutto tracciate.


Ma lo stesso vale anche per le attività che ritiene abbiano un vero valore aggiunto come potrebbero esserlo l’analisi del rischio, gli audit, la programmazione delle attività di controllo e la gestione del team.


Questo perché la suite QualiWare comprende già moduli adatti a gestire questi aspetti automatizzandoli.

Se ad esempio consideriamo l’attività di audit, QualiWare tramite il modulo QW-08 permette non solo la pianificazione dello stesso ma anche la sua esecuzione, e in combinazione con il modulo Check-List consente all’operatore di effettuare il controllo con una lista di controllo anche da mobile e anche in assenza di rete.


Lo stesso vale per la gestione del DVR, la funzionalità QW-DVR  permette al RSSP di raccogliere le informazioni relative alla valutazione dei rischi in tempi ristretti e in un unico fascicolo sempre reperibile, diminuendo esponenzialmente il rischio di commettere errori di trascrizione o di dimenticare aspetti necessari che in tribunale potrebbero pesare e non poco sul giudizio finale. Inoltre, come già detto in precedenza, in caso di infortunio o morte di un lavoratore, il giudice ha il compito di stabilire se l’azienda, nella personalità giuridica del DL e RSPP, ha fatto il possibile per prevenire l’incidente, in quest’ottica provare che effettivamente si sia impiegato il tempo indicato dalla prassi potrebbe essere ulteriormente d’aiuto per fugare ogni dubbio e dimostrare la non colpevolezza. In questo senso, QualiWare è nuovamente d’aiuto in quanto permette di rendicontare il tempo effettivo utilizzato per gestire l’attività.


Infine come detto in precedenza questa per ora è solo una prassi e non una norma ma come hai potuto capire gli enti di normazione, come l’UNI in Italia, hanno intrapreso un percorso volto a considerare oltre all’aspetto programmatico delle procedure anche quello operativo e organizzativo che difficilmente possono essere ottimizzati tramite l’uso di file Excel/Word/Access.


E tu come gestisci queste attività in azienda, vorresti sapere di più su come ottimizzarle con QualiWare?

Allora scrivi a commerciale@qualiware.it

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