Grafico livello digitalizzazione in Italia

Qual è il livello di digitalizzazione delle PMI italiane rispetto al resto d’Europa? Come migliorare la nostra produttività e incrementare il profitto? Come risparmiare tempo aumentando la precisione e l’efficienza? Il mancato investimento in tecnologie software è davvero frutto di una questione prettamente economica?

Il processo di digitalizzazione viene visto dalle PMI italiane come un terreno ostile e complicato e non si comprende in questo momento quanto potrebbe invece essere vantaggioso. Con l’avvento del Covid-19 le imprese si sono dovute scontrare con l’atavica diffidenza verso l’innovazione, quando invece sarebbe stato necessario cogliere questa occasione per rimanere al passo con i tempi ed essere competitive sul mercato globale. Questo perché le PMI sono lo scheletro portante dell’economia italiana. Secondo i dati Istat inerenti al nuovo Censimento permanente delle imprese (per per visionare il documento vai su www.istat.it), esse sono circa il 20% delle imprese totali e producono quasi il 41% del fatturato assoluto (per approfondire Risultati economici delle imprese) delle aziende italiane. Facendo riferimento all’indice DESI (Digital Economy and Society Index), un indice che tiene traccia delle prestazioni digitali dei paesi europei e dei loro progressi, possiamo osservare come l’Italia occupi gli ultimi posti della classifica e come si trovi ben al di sotto della media europea dopo paesi come Cipro, la Polonia, la Slovacchia e appena sopra alla Romania.

Grafico livello digitalizzazione in Italia

Andando nello specifico dell’uso delle tecnologie digitali in ambito aziendale vediamo che le imprese italiane ricoprono uno degli ultimi posti. Infatti, le nostre PMI utilizzano pochissimo la tecnologia, e i processi produttivi non sono digitalizzati, portando l’Italia a posizionarsi sotto Cipro e Slovacchia e appena al di sopra di Spagna, Ungheria e Bulgaria.

Livello digitalizzazione PMI

Osservando, invece, direttamente i dati di casa nostra, il report dell’Istat sulle PMI e ICT (per approfondimenti clicca QUIci comunica che nelle imprese l’incidenza, tra i propri addetti, di specialisti ICT è del 12,6% e le imprese che hanno fornito formazione sulle competenze ICT sono solo il 15,5%. Desolante, poi, è vedere come l’80% delle aziende non abbia ancora intrapreso un percorso verso la digitalizzazione dei processi, aspetto che è fondamentale approfondire, specie in un momento storico come quello attuale in cui solo le aziende che stanno investendo in tecnologia possono ambire a restare competitive nel mercato globalizzato.

Quali benefici può portare la digitalizzazione?

Una relazione pubblicata a dicembre 2020, dell’European Investment Bank (EIB) sulla digitalizzazione delle piccole e medie imprese in Italia analizza i motivi delle lacune che interessano questo ambito. Quelle più evidenti sono dovute alle limitate competenze digitali e alla poca consapevolezza di come queste possano essere sfruttate a proprio vantaggio (per una migliore comprensione clicca QUI) . Inoltre, nonostante il nostro tessuto imprenditoriale sia molto fitto, la produttività delle imprese italiane è al disotto di quella tedesca e francese. Ciò che emerge da questi dati è che poca digitalizzazione e inferiore produttività sono strettamente collegate.

Ma cosa impedisce alle aziende di intraprendere questo percorso?

L’analisi dell’EIB continua fornendo una panoramica dettagliata degli ostacoli che rallentano la trasformazione digitale. È svilente sapere che ben il 18% delle aziende italiane non ha in programma investimenti in campo digitale nei prossimi anni. E che soltanto il 31% ha in programma investimenti per la sostituzione di macchinari, edifici e IT contro la media europea del 37%. Uno degli ostacoli maggiori però è la disponibilità di credito bancario, gli interessi sono alti e la negoziazione con le banche è spesso difficile. È per questo che la digitalizzazione delle PMI è uno degli obiettivi più importanti del governo italiano.

Non sono solo queste le cause che frenano lo sviluppo tecnologico delle PMI.

Difatti, la nostra esperienza nel settore della digitalizzazione ci suggerisce una concausa che per la natura delle analisi proposte (ossia il monitoraggio su aziende che non hanno mai adottato soluzioni tecnologiche) non viene citata: la mancanza di fiducia nelle software house e quindi nei sistemi software venduti. Ebbene sì, in queste righe lo scenario che si palesa sembra mettere in luce due grandi problemi, la mancanza di fondi e l’intrinseca volontà dell’imprenditore a non investire. Questa considerazione non vale per tutte le PMI, molte aziende infatti hanno iniziato il loro percorso verso la digitalizzazione con forza ed entusiasmo già da tempo.

Parte di queste però non hanno ottenuto la soluzione che cercavano e hanno finito per non utilizzare affatto gli strumenti digitali o usarli solo per poche attività, di certo non quelle che avevano pensato di poter gestire al momento dell’investimento.

Ciò avviene per due motivi principali, i software scelti erano troppo verticali e poco flessibili oppure sebbene le soluzioni siano state realizzate su misura, continuavano ad essere di difficile utilizzo e nella stragrande maggioranza dei casi impossibile da modificare in autonomia, costringendo l’azienda a rivolgersi all’assistenza con relativi costi aggiuntivi.

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